Fattori di crescita

Fin dalla fondazione abbiamo ricercato e introdotto le più recenti novità e acquisizioni nel campo delle biotecnologie, per ottenere una guarigione accelerata, annullare il rischio di rigetto e soprattutto favorire i processi biologici alla base della naturale rigenerazione ossea.

prof. Mario R. Cappellin, fondatore e direttore della clinica

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    La tecnologia moderna al servizio della biologia

    Gli emocomponenti autologhi

    I materiali utilizzati durante le rigenerazioni tissutali (osso e gengiva) devono avere alcune proprietà fondamentali per promuovere la rigenerazione stessa: l’osteoinduzione, ad esempio, è la capacità di una sostanza di indurre le cellule “progenitrici” già presenti nella zona dell’innesto a differenziarsi in cellule specializzate come ad esempio in osteoblasti, cellule che “creano” osso.

    I principali materiali osteoinduttivi attualmente utilizzati derivano dalla frazione proteica del sangue del paziente (emocomponenti):
    – aPRF – Platelet Rich in Fibrina, fibrina ricca di piastrine con metodo avanzato
    – PRGF – Plasma Rich in Growth Factors, plasma ricco in fattori di crescita

    Le piastrine o troimbociti (elementi del sangue) e la fibrina (proteina derivata dal fibrinogeno, sintetizzato dal fegato) partecipano alla formazione del coagulo e quindi alla guarigione delle ferite tramite il rilascio di sostanze chemiotattiche (quelle che attirano le altre cellule coinvolte nella cicatrizzazione dei tessuti molli e nella riparazione delle fratture ossee).

    Gli emocomponenti si ricavano centrifugando per 8-14 minuti ad alta velocità alcune fiale di sangue del paziente prelevato poco prima dell’intervento, alcune di queste contengono un anticoagulante per mantenere liquido il preparato ed ottenere il PRGF e altre invece creano un coagulo ricco di piastrine, fibrina e fattori di crescita (PRF).

    Appena terminata la centrifugazione, le fiale si presentano con una parte inferiore rossa ricca di globuli rossi ed una parte superiore gialla in cui si trovano piastrine, fibrina e siero.

    Fibrina A-PRF

    La porzione gialla coagulata, l’A-PRF, è già pronta per essere usata come membrana di fibrina.

    Il preparato, ricco di fattori di crescita, dimezza il tempo di guarigione delle ferite grazie al rilascio di citochine intrinseche alla matrice fibrinica, promuovendo la neoangiogenesi (la formazione di nuovi vasi sanguigni) e diminuendo notevolmente lo stato di infiammazione, il gonfiore ed il fastidio post-operatori.

    Le membrane inoltre proteggono dalle infiltrazioni batteriche e rilasciano sostanze antidolorifiche naturali.

    Fattori di crescita PRGF

    La porzione gialla non coagulata, il PRGF, viene divisa in due frazioni, quella più vicina alla parte rossa e quella più superficiale.

    La prima presenta un’alta concentrazione di piastrine e di fattori di crescita (circa 3 volte quella media del sangue) e viene miscelata con materiali di innesto osseo per addensare osso sintetico oppure utilizzata per bagnare le fixture degli impianti dentali, accelerando e migliorando l’osteointegrazione. La seconda, ricca in fibrina, viene riposta in una incubatrice a temperatura corporea (38°C) per favorire la formazione di membrane resistenti utilizzate come protezione delle ferite dalle infezioni.

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    Cellule staminali RIGENERA

    Una tecnica assolutamente innovativa ed esclusiva nel campo odontoiatrico è quella dell’utilizzo delle cellule staminali: queste sono in grado di produrre cellule “progenitrici” che si trasformano poi in osteoblasti capaci di “creare” osso.

    Il protocollo prevede il prelievo di un solo millimetro quadro di tessuto periosteo (o sottomucoso) direttamente dalla sede da rigenerare, che viene poi inserito in un filtro disgregante micrometrico. Il periostio è un “foglietto” membranoso molto sottile che ricopre l’osso; è composto da due strati, uno altamente vascolarizzato e l’altro ricco di cellule staminali.

    Il filtro seleziona le cellule staminali e le rende disponibili per essere aggiunte al materiale di ricostruzione ossea. Le cellule utilizzate sono vive, autologhe (cioè appartenenti al paziente stesso) e con un altissimo potenziale di crescita e differenziazione nei tessuti in cui sono inserite, creando nuovi vasi sanguigni (neoangiogenesi) e nuove cellule ossee in un tempo molto più rapido.

    Questa metodica è utile in caso di grandi ricostruzioni, perché velocizza il processo di vascolarizzazione e neo-angiogenesi, favorendo la guarigione accelerata e aumentando la protezione da possibili colonizzazioni batteriche e infezioni dell’innesto prima che sia sufficientemente maturato.